Abbiamo incontrato le due responsabili a capo dell'iniziativa, nata per ispirare una nuova generazione di professioniste dell'ingegneria in Italia.
GirlsGetSET è il programma nato nel 2010, da un’idea di Kimberley Larham, Responsabile dell'Ottimizzazione della Catena di Fornitura dei Prodotti Chimici in Baker Hughes, per avvicinare le giovani alle discipline STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica) Kimberley ha avviato quest’iniziativa quando lavorava per General Electric nel Regno Unito, proprio con l'obiettivo di cambiare il modo in cui le ragazze tra gli 11 e i 18 anni vivono l'esperienza STEM. L'inizio delle scuole superiori rappresenta, infatti, un momento cruciale in cui gli studenti iniziano a gettare le bassi della loro futura carriera. Tuttavia, molte ragazze tendono ad allontanarsi dalle discipline STEM, forse a causa della mancanza di un gruppo di supporto con interessi simili o della pressione sociale. Diversi studi hanno cercato di comprendere le cause di questo fenomeno e una possibile spiegazione risiede nelle differenze di genere e nella percezione delle proprie capacità in queste materie. Altri fattori includono il livello di preparazione accademica, il background familiare e sociale, oltre alle aspettative personali e culturali. Tutti aspetti che il programma si offre di risolvere con le proprie attività formative e di orientamento.
Oggi GirlsGetSET ha una durata di 12 o 24 mesi e combina interazioni online, tutoraggio e progetti pratici in gruppi di sole ragazze. In Italia sono state Francesca Boffi e Giovanna Perugino, parte del team Baker Hughes e appassionate di materie STEM, a guidare il lancio del programma GirlsGetSET all'inizio di quest'anno. Il loro obiettivo adesso è quello di spiegare in che modo intendono continuare a far crescere l'iniziativa in tutto il Paese.
Domanda:
Perché ha deciso di partecipare al programma GirlsGetSET?
Francesca Boffi:
In primo luogo, mi preme condividere con le giovani generazioni che si può fare qualsiasi cosa quando si ha passione, determinazione e impegno. Con la giusta dose di fiducia in se stessi, si può davvero affrontare qualsiasi sfida. Inoltre, il programma contribuisce a far conoscere le numerose opportunità che le giovani donne possono avere scegliendo una carriera in ambito STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica), cosa che per me è estremamente importante.
Giovanna Perugino:
Nel mio ruolo di esperta di relazioni governative per lo stabilimento Baker Hughes di Vibo, mi interessa condividere le nostre iniziative di responsabilità sociale con le comunità locali. Dato che il programma incoraggia la partecipazione locale, quando Francesca me l'ha chiesto ero entusiasta di gestire il progetto pilota nel nostro stabilimento. Sono nuova in azienda, quindi per me è stata una buona opportunità di coinvolgimento.
Credo anche che sia essenziale che le ragazze più giovani provenienti dalle regioni del Sud Italia, storicamente poco sviluppato dal punto di vista economico, ricevano pari opportunità.
domanda:
Quali attività avete realizzato per gli studenti locali in Italia?
Francesca:
GirlsGetSET ha quattro tappe fondamentali a cui ci atteniamo. La prima è una masterclass, poi un focus sull'orientamento professionale seguito da un progetto e infine una cerimonia conclusiva, presso una delle strutture di Baker Hughes.
La masterclass è una lezione che teniamo agli studenti su un argomento specifico che riguarda le materie STEM e in cui Baker Hughes ha una consolidata esperienza. Quest anno, in linea con il percorso “net-zero” e la strategia di transizione energetica della nostra azienda, ci siamo concentrati su “Come affrontare il cambiamento climatico”.
Per il momento “carriera sotto i riflettori”, alcune delle nostre colleghe hanno condiviso con le alunne di GirlsGetSET la loro esperienza professionale e personale lungo tutta la carriera.
Per il progetto abbiamo chiesto alle partecipanti di valutare l'impronta di carbonica della loro scuola e di produrre una proposta fattibile per ridurla. Infine, il giorno del diploma, tutte le ragazze partecipanti hanno presentato i loro progetti, ricevuto i loro “diplomi”, e fatto un tour del sito e concluso la giornata con una divertente attività STEM.
Giovanna:
Il progetto pilota è iniziato a gennaio ed è culminato con la giornata di consegna dei diplomi a maggio.
Abbiamo scelto due scuole medie di Vibo Valentia e creato due gruppi di lavoro composti da 20 ragazze tra i 12 e i 14 anni. Entrambi i gruppi sono venuti presso il nostro stabilimento di produzione Baker Hughes a Vibo e, in parallelo, alcuni dei nostri volontari hanno fatto visita alle scuole.
Per questo programma pilota locale, abbiamo creato una struttura basata su due modalità di apprendimento fondamentali.
La prima è stata sviluppata intorno ad attività “teoriche” in classe, con presentazioni durante la masterclass e approfondimenti sulla carriera. Volevamo prima di tutto avere un approccio educativo.
In seguito, per testare le capacità di riflessione dei partecipanti, ci siamo recati nelle scuole per assisterli nella preparazione di presentazioni su progetti pratici ai colleghi di Baker Hughes dello stabilimento di Vibo, alle istituzioni locali e ai loro insegnanti.
Durante la giornata sono state organizzate anche attività legate alla sostenibilità, come la piantumazione di fiori nel parco locale e la partecipazione a una caccia al tesoro della sostenibilità nel nostro stabilimento.
domanda:
Cosa ti ha entusiasmato di più di queste attività?
Francesca:
L'impegno, la curiosità e il feedback positivo delle ragazze. Non solo hanno dimostrato interesse per la nostra esperienza professionale, ma anche per le nostre storie personali.
Il momento di orientamento alla carriera ha ottenuto il punteggio più alto dai loro commenti. Molte di loro hanno detto di aver apprezzato la conoscenza dei nostri percorsi individuali, compresi i nostri fallimenti e il modo in cui abbiamo lavorato per superarli.
Questa sezione del programma le ha coinvolte e ispirate a riflettere sui loro interessi e sul significato delle loro scelte di carriera. Questo è stato uno degli insegnamenti più importanti per me.
domanda:
Postresti spiegare cosa fa Baker Hughes nello stabilimento di Vibo?
Giovanna:
È il sito di produzione dei raffreddatori e delle unità di controllo per le nostre turbomacchine, che vengono vendute per utilizzi diversi nella filiera del gas naturale e delle nuove energie.
Inoltre, sviluppiamo e testiamo i componenti di base per una delle soluzioni compatte di Baker Hughes per la cattura del carbonio, che vengono poi consegnati agli stabilimenti di Baker Hughes a Massa e a Firenze per un ulteriore assemblaggio come parte della soluzione più ampia in via di sviluppo.
Volevo menzionare come nel nostro stabilimento di Vibo, nel 2022, abbiamo anche istituito una Welding Academy, progettata specificamente per attrarre e sviluppare talenti femminili nella disciplina della saldatura, come parte del curriculum STEM. Si tratta di un'iniziativa davvero unica nel Sud Italia, che ci ha aiutato a sviluppare una comprovata esperienza nella costruzione di opportunità di carriera in diverse discipline, dalla produzione alla scienza dei materiali.
Per saperne di più, guardate questo video:
https://www.youtube.com/watch?v=LWyuo3pTEAI
domanda:
Ora che il progetto pilota si è concluso, quali obiettivi prevede il programma per il futuro? Continuerete a lavorare con le stesse scuole?
Giovanna:
Il progetto pilota è stato un successo, quindi stiamo già organizzando la seconda edizione. Io e Francesca abbiamo presentato il progetto pilota ad altri direttori di stabilimento di Baker Hughes in Italia per condividere quest’esperienza con una parte più ampia della nostra comunità. Ora stiamo strutturando il team italiano di GirlsGetSET, reclutando nuove mentore coordinatrici in tutti i nostri stabilimenti.
Francesca:
È proprio così. In questa fase abbiamo condiviso con tutti i leader degli stabilimenti italiani l’obiettivo principale del programma, nonché i punti salienti e i risultati ottenuti con il nostro progetto pilota.
Il piano prevede di coinvolgere scuole e partner locali quest'anno, con l'obiettivo di avere un programma GirlsGetSET più ampio che inizierà in Italia nel 2025.
domanda:
Perché pensa che sia importante per aziende come Baker Hughes essere attive a livello locale nel campo dell’istruzione?
Francesca:
Il nostro motto “People First, Energy Forward” contempla le persone e l’energia come gli elementi centrali di Baker Hughes. Crediamo nel rendere l'energia sostenibile, accessibile e sicura e le persone sono fondamentali perché ciò accada.
Attrarre talenti eterogenei è fondamentale per orientare un modo diverso di pensare e di fare le cose. GirlsGetSET consente alle giovani di avere un'anticipazione della vita e del lavoro in Baker Hughes e delle numerose ed entusiasmanti opportunità di carriera che potrebbero avere nel settore dell'energia e più in generale nel settore industriale.
Realtà con le risorse e l'impronta globale come Baker Hughes sono particolarmente rilevanti per la comunità locale e possono rappresentare un vero modello da seguire anche per altre aziende del territorio.
Giovanna:
Mi piace pensare che sia responsabilità dell'azienda coltivare “radici solide” e sostenere le comunità locali in cui operiamo. Questo fa parte del nostro DNA ed è in linea con i nostri valori.
Dobbiamo ispirare le generazioni future e offrire loro opportunità. Ecco perché questo programma è così importante, a mio avviso, e perché ho voluto partecipare.
In futuro ci piacerebbe stringere delle partnership con altre aziende locali.
Le varie regioni italiane sono così diverse tra loro. È importante creare una rete, un collegamento con altre industrie, ma unite dagli stessi obiettivi.
domanda:
Cosa senti di aver imparato tu stessa, dal programma, dalla tua esperienza con il pilota GirlsGetSET? ?
Giovanna:
Da questo programma ho imparato l'importanza di condividere le esperienze.
Ho apprezzato particolarmente le sessioni di approfondimento sulla carriera, quando le colleghe hanno illustrato le rispettive esperienze professionali alle studentesse. Questo ci ha permesso di creare un momento di connessione tra noi, al di là dei nostri ruoli quotidiani.
Noi (mentori e coordinatrici del programma di Baker Hughes) abbiamo scoperto il nostro lato “umano” come squadra che ha portato avanti il programma. Siamo stati portati al di fuori della nostra zona di comfort e questo ci ha reso più forti come gruppo. Un grande insegnamento a cui attingere anche per le nostre attività quotidiane.
Francesca:
Si tratta di un progetto che realizziamo su base volontaria, ma che richiede indubbiamente competenze di project management, oltre a essere un'attività che richiede molto impegno e tempo. È un modo fantastico per ampliare la propria rete, per parlare con persone diverse all'interno e all'esterno dell'azienda, per organizzare le attività e i vari appuntamenti previsti dal programma.
Per quanto riguarda la mia esperienza personale, mi sono ricordata dell'importanza della creatività! Gli studenti e le giovani menti ti spingono costantemente a essere creativo nel corso degli incontri o durante le lezioni e le visite in loco.
E ho avuto modo di potenziare le mie capacità comunicative. Sono abituata a parlare con le persone in modo professionale, su argomenti molto specifici. Ma quando ci si confronta con un pubblico diverso può essere davvero sfidante adattarsi al contesto e questa è un'esperienza di apprendimento personale che porterò con me anche oltre quest’anno.
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